martedì 7 aprile 2009

THE BEAUTY ART SHOW


COLLETTIVA D’ARTE
DELLA NEW ARTEMISIA GALLERY DI BERGAMO
ALLA BRICK LANE GALLERY DI LONDRA
DAL 14 AL27 APRILE 2009

Commento Critico


Dal 14 al 27 Aprile, la Brick Lane Gallery di Londra, location d’eccezione nell’universo poliedrico dell’arte, ha ospitato, in collaborazione e con il supporto della New Artemisia Gallery di Bergamo, dieci artisti di diversa formazione pittorica e culturale ma impegnati tutti con il medesimo entusiasmo e slancio propositivo e creativo a quest’ambito appassionante e misterioso.
La presentazione al pubblico londinese delle loro opere, ha impegnato gli autori nella creazione di ciò che maggiormente caratterizza la loro personalità pittorica ed il loro estro dando risultati sorprendenti ed al contempo originali anche dinanzi ai maggiori avanguardisti della città innovativa per eccellenza ed ha contribuito inoltre a dare visibilità al loro percorso oltre i canonici confini tradizionali delegati per consuetudine alle esposizioni artistiche Se i lavori degli artisti hanno sorpreso positivamente i profani, non hanno altresì lasciato indiferrenti gli esperti d’arte che si sono soffermati ad apprezzare le opere esposte a partire dalle produzioni della pittrice Bruno Laura. Originaria di Casalbore (Av) ed esperta, come conferma il suo ricco curriculum, dell’arte e di estetica, ha avvicinato il pubblico attraversando e trattando temi sociali e attuali in una visione introspettiva per un Etica globale o meglio ancora per affrontare la metamorfosi che la vecchiaia prospetta dinanzi ad ogni essere vivente in continua evoluzione, colori suadenti e ricchi di toni che riportano all’atmosfera etnica da cui l’artista trova fonte di ispirazione. Grazia Baffigi di Genova risulta invece ancorata più fortemente alla matericità e concretezza dell’ individuo ed in particolare della donna, sensuale ed accattivante ma evocativa, nella morbidezza delle forme, e dissolvenza dei colori, alle meno languide e più femminili donne di Renoir. Le sue donne sfacciatamente infantili e dolci occhieggiano dalla tela con un misto di pudicizie e candore,consapevoli della loro eterna sicurezza espositiva. La singolare Cavalcata delle oche, forse allusiva, altresì, al mondo femminile, è la tela curiosa, ma ben riuscita, dell’artista e decoratrice bergamasca Nadia Valente, allieva del maestro Marcello Arzuffi dal quale ha ereditato l’aspetto figurativo e che
vanta a suo riguardo numerosi concorsi e mostre personali nonché collettive sia locali che estere. Dotata di compostezza nella rappresentazione delle forme e di senso naturalistico nell’utilizzo dei colori è la rappresentazione della Ballerina di Fiorella Paiano, affermata pittrice bergamasca e vincitrice di numerosi concorsi, forte e determinata nella scelta della gamma cromatica corposa che spazia dalle tonalità buie che esaltano i rossi cangianti, i blu intensi, ai gialli solari che avvolgono la figura ne rivelano le forme e nobilitano il candore bianco delle vesti. Sempre intorno alla figura della donna, in questo caso tuttavia perduta che ruota la produzione di Antonio Casali, architetto e pittore, fortemente legato, nella vita come nelle opere, alla sua terra d’ origine, Cesenatico e ai suoi intramontabili valori. É sorprendente come egli riesca nel formato della tela, canonicamente quadrato o di forma rettangolare, a ritagliare con l’abilità di un regista, uno stralcio di vita vissuta di un Pescatore lontano e della sua compagna ferma ad attenderlo. La nota, talvolta drammatica, e quindi dissonante, delle sue opere, associata ad una mirabile tecnica pittorica, si evince palesemente nel riflesso di Narciso, ormai in frantumi e la cui bellezza risulta eterna nella tela ma inesorabilmente interrotta dallo scorrere del tempo reale. La Divinità pagana di Fabio Usvardi, originario di Milano, costituisce la versione più immediata e passionale della figura femminile nel contesto di questa importante esposizione. I toni caldi dei rossi, nettamente scanditi dai neri e dai gialli vivi, sono resi con una tale abilità pittorica da da simulare effetti quasi fotografici dell’ immagine vicina nel risultato all’ originalità di Andy Warhol, ma lontana al contempo da esso per una maggiore personalità artistica che evitala ripetizione dei moduli serigrafici di massa e si caratterizza per un impatto emotivo che si sedimenta nell’ inconscio. Incantevole l’abilità disegnativa di Paola Boni, autodidatta di Colorno (Pr) e dedita, trascinata dalle emozioni, all’uso del pastello dal cui esclusivo utilizzo riesce a creare e ricavare delle opere complete là dove la precisione del segno non è da meno ma è sorretta e sostenuta dalla padronanza della tecnica coloristica e dalla pulizia e finezza d’esecuzione tanto che, la
trasparenza del vetro, sembra realmente attraversabile con lo sguardo, e la materialità del piatto concretamente tangibile. Il mondo artistico di Elio Maffeis, nativo di Gazzaniga (Bg), le cui opere colmano numerose collezioni private italiane, è invece altrove è oltre le consuetudinarie raffigurazioni, limitato alla definizione di un ambiente, quello indiano, lontano dalla cultura occidentale in tutti i suoi aspetti tanto nei particolari, come nella scritta soprastante un arco orientale, quanto nella suggestiva e rituale ed essenziale, che si sofferma alla descrizione dei particolari come del soggetto nella sua totalità. La donna, raffigurata in innumerevoli varianti, e valorizzata nella sua sensualità, come nel suo aspetto più intimo e malinconico, ricorre costantemente nella sua produzione, interrotta, solo per un breve istante creativo, dall’ Autoritratto, un attimo che l’artista concede a se stesso a partire dal quale inizia una svolta stilistica più libera, tesa all’adozione di un segno più morbido e profuso e orientato a soluzioni più incorporee atmosfera di povertà e spiritualità dei bagliori delle case riflessi dal fiume Gange, emblema dai tempi più remoti, di profonda sacralità.Intima e sofisticata è la produzione di Kyoko Kumamoto, pittrice giapponese, le cui opere tradiscono chiaramente nella scelta dei soggetti e dei colori, ma ancor prima nella preparazione della tela un’ identità orientale. La meticolosità nella creazione delle figure Teenagers attraverso una tecnica pittorica del tutto personale si associa all’originalità delle tematiche che le hanno fruttato grandi premi sia in Italia che all’estero. Padronanza del segno e originalità espressiva sono i tratti caratteristici di Sebastiano Longaretti, architetto e pittore di Bergamo, creatore di opere uniche nel loro genere, ma già padrone di uno stile inconfondibile e del tutto personale che si caratterizza nell’utilizzo di un segno grafico ben definito nitido ed essenziale, che si sofferma alla descrizione dei particolari come del soggetto nella sua totalità. La donna, raffigurata in innumerevoli varianti, e valorizzata nella sua sensualità, come nel suo aspetto più intimo e malinconico, ricorre costantemente nella sua produzione, interrotta, solo per un breve istante creativo, dall’ Autoritratto, un attimo che l’artista concede a se stesso a partire dal quale inizia una svolta stilistica più libera, tesa all’adozione di un segno più morbido e profuso e orientato a soluzioni più incorporee.
Dott.ssa Enrica Pasqua, storica e critica d’arte

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